Mettere a punto le regole, rafforzare la parità di genere.

Negli ultimi tempi gli organi collegiali hanno riscontrato alcune incongruenze nella nostra normativa interna, che non è stata adattata perfettamente alle novità introdotte dalla riforma del 2010. Il lavoro di adeguamento è stato iniziato, e va portato a termine riconsiderando in generale l'efficienza del sistema di governo che ci siamo dati. È opportuno avviare un percorso che razionalizzi le competenze del Senato, del CdA e degli altri organi dell'amministrazione centrale, per evitare sovrapposizioni e per favorire l'efficienza e la responsabilità dei singoli organismi.
Va anche prestata particolare attenzione alla funzione di indirizzo che è prerogativa degli organi di governo eletti dalla comunità accademica. A questa rafforzata e consapevole attività di indirizzo deve fare riscontro una gestione capace di appianare gli ostacoli burocratici e di conseguire gli obiettivi programmati.
Negli ultimi anni il quadro legislativo nazionale è mutato anche per quanto riguarda la parità di genere, che è stata oggetto di nuove prescrizioni legislative che obbligano al rispetto di quote negli CdA delle imprese partecipate e nelle amministrazioni locali. Il nostro Statuto enuncia in astratto il principio della parità di genere, ma non prescrive misure concrete per conseguirlo nella composizione degli organi collegiali. È arrivato il momento di impegnarsi su questo punto, perché la nostra Università non resti indietro di fronte alle altre amministrazioni: le quote di genere sono ormai largamente applicate, con effetti generalmente positivi.
La questione della parità negli organi di governo dell’Ateneo si ricollega al tema più ampio delle pari opportunità e della lotta contro quelle discriminazioni di genere ancora presenti nella nostra società e nella nostra cultura, nonostante i significativi progressi ottenuti nel corso degli ultimi decenni. In Italia, le ragazze hanno ormai pieno accesso all’istruzione universitaria. Permangono, tuttavia, forme di «auto-segregazione formativa» che tendono ancora a condizionare le ragazze, ma per certi versi anche i ragazzi, nella scelta degli indirizzi ritenuti a torto, e forse inconsapevolmente, più maschili che femminili e viceversa.
Poco più di un anno fa, il 29 maggio del 2016, una nostra studentessa, Sara, è rimasta vittima di un delitto efferato, che ha scosso la nostra comunità dimostrando che la violenza di genere non risparmia il nostro mondo.
E’ auspicabile che il nostro Ateneo promuova, a livello interdisciplinare, studi e ricerche che favoriscano una sempre maggiore consapevolezza dei fenomeni relativi alle differenze di genere e che la nostra comunità accademica si mostri sensibile ad un rinnovamento dei suoi linguaggi e dei suoi assetti simbolici.