Una dimensione internazionale capace di irradiamento e di attrazione.

Per un’Università come la nostra, con molti docenti di ottimo livello, quella internazionale è una dimensione naturale. Tuttavia, se manca una politica efficace e consapevole, l’Ateneo non riesce a trarne i vantaggi straordinari che sarebbero invece possibili. 
Negli ultimi anni si è fatto troppo poco per stimolare e favorire questa dimensione, che è invece di importanza assolutamente centrale.
Le reti internazionali della ricerca già esistono, e molti di noi ne fanno parte: occorre favorire un processo per il quale il centro di queste reti sia sempre più spesso Roma Tre. Offrire un supporto esperto ed efficiente nella progettazione e nella gestione dei fondi di ricerca; attrarre visitatori regolarmente, stipulare accordi non formali, ma pienamente operanti nella ricerca e nella didattica. Affiancare all’impegno nelle aree geografiche nelle quali siamo già attivi un accentuato rapporto con alcuni Atenei di grande prestigio in Europa e nel Nord America, sfruttando l’attrattività indubbia della nostra città.
Bisogna considerare che le recenti scelte politiche del Regno Unito e degli Stati Uniti ridurranno il numero di studenti che dai paese emergenti cercano educazione di qualità. Intercettare una parte di questi studenti sarebbe un obiettivo da perseguire.

Cosa fare, concretamente?

1) Innanzitutto, possiamo ricorrere alle convenzioni previste dalla legge 240/2010 (art. 6 comma 11) per acquisire una quota del tempo di docenti stranieri che entrerebbero a far parte dei nostri Dipartimenti (sia pure per periodi definiti). Le Università di molti Paesi godono della flessibilità sufficiente per consentire questi accordi, e molti colleghi sarebbero lieti di trascorrere periodi di lavoro a Roma. Un corpo docente internazionale potrebbe offrire anche agli studenti stranieri un ambiente di studio comparabile a quello di prestigiosi atenei dell'area anglosassone.

2) A Roma esistono moltissimi istituti di ricerca fondati e finanziati dai Governi di molti Paesi stranieri. Questi istituti offrono borse di studio, finanziano convegni, intraprendono ricerche nelle scienze umanistiche e sociali. Nel complesso investono sulla cultura e la ricerca nella nostra città alcune decine di milioni di euro all'anno.
Nessuna istituzione italiana, fino ad oggi, ha creato un coordinamento di queste straordinarie risorse per costituire un sistema che condivida obiettivi di ricerca, programmi le borse di dottorato e post-doc, crei una rete fra le biblioteche disseminate sul territorio.
Roma Tre può assumersi questo compito, e creare a Roma uno Spazio Europeo della ricerca in scienze umanistiche e sociali. Uno spazio che ambisca a porsi come ambiente ideale per l'innovazione intellettuale, crocevia dei migliori studiosi e dei giovani più promettenti. Le premesse ci sono tutte, basta metterle a sistema.